Nella seconda metà degli anni ’60 l’attenzione del mondo della grafica e della pubblicità si focalizzò sull’immagine e sulla sua forza comunicativa, acquisita non solo grazie alla sempre più pressante richiesta dei media e in particolare della televisione, ma anche grazie al rapidissimo sviluppo del mercato pubblicitario.
In quel periodo un gruppo di designer americani creò la corrente del “visual thinking” dove i messaggi vengono tradotti in immagini d’impatto. Tra loro c’è George Lois, nato a New York nel 1931, intraprenderà la carriera di pubblicitario e acquisterà grande visibilità grazie alla collaborazione con la rivista Esquire, di cui ideò alcune tra le più stravaganti copertine.
Con le sue copertine, Lois superava gli standard e le consuetudini, usando con spregiudicatezza alcune strategie pubblicitarie, sempre però basandosi sulla sua salda formazione grafica e la sua ampia cultura artistica.
Si fece le ossa come pubblicitario nella prima agenzia creativa al mondo, la Doyle Dane Bernbach, e poi negli anni ’60 fu uno dei fondatori della seconda agenzia pubblicitaria sempre a livello mondiale, la Papert Koenig Lois.
Il grande pubblicitario ha sempre creduto nella BIG IDEA (grande idea), per lui una campagna pubblicitaria parte da un’idea verbale che poi viene tradotta in una forma visiva, un’immagine che rompendo le convenzioni rimane scolpita nella memoria del consumatore/lettore. Lois creava immagini che “parlavano da sole”, le creava con uno scatto fotografico, con il fotomontaggio e a volte aggiungendo elementi tramite il disegno a mano libera, e la creatività faceva il resto. Lui infatti sosteneva che: ” la creatività può risolvere quasi ogni problema, ma the big Idea, ovvero l’idea originale, quella che sorprendeva le abitudini, vince tutto” e che: ” tutte le cose migliori al mondo sono fatte dai singoli individui” per la creazione di idee non c’è bisogno di una squadra.
Il segreto per fare una buona pubblicità per George Lois è ” fare le cose semplici. Una campagna come si deve ha due mezzi mnemonici quello visuale – qualcuno che fa qualcosa – e quello verbale. L’idea alla base deve essere supportata da questa sinergia”.
Lois è stato uno dei principali protagonisti della rivoluzione creativa, ideò campagne pubblicitarie per grandi marchi (Pirelli, Xerox, Tommy Hilfiger, MTV, etc) e la comunicazione di oggi non avrebbe potuto essere tale senza le sue big ideas!
Scrivi un commento