Il-font-come-scegliere-un-carattere

La scrittura manuale è stata per molti secoli l’unico modo di trasmettere la cultura e la conoscenza,
fino all’avvento della stampa a caratteri mobili, attorno alla metà del XV secolo, inventata da Gutemberg.

Il nostro alfabeto ha origine nella Roma antica, con l’aggiunta di alcune lettere in seguito.

La stampa sebbene nata in Germania crebbe e si diffuse in Italia, in particolare a Venezia, dove si sviluppo uno stile di scrittura detta umanistica,
(molto simile a quello moderno) ed un altro stile, cancellesca corsiva, da cui deriva il corsivo tipografico inciso per la prima volta nel XVI secolo a Venezia.
Nonostante la tipografia e la calligrafia avessoro preso due strade diverse, continuarono a influenzarsi vicendevolmente, infatti dalla sperimentazione nell’ambito della calligrafia nacquero il corsivo inglese e lo spencerian, parenti stretti di molti font usati oggi nelle grafica.

 Grazie e Bastoni

Oggi l’offerta di caratteri digitali è infinita, il più grande sito che vende font digitali ne ha in catalogo più di 65.000.
Proprio per questa vasta quantità esistente si sono adottati vari metodi per classificare (e archiviare) i font a seconda delle lettere, delle grazie o dell’origine storica.

La prima grande divisione è appunto quella tra i caratteri con grazie (serif in inglese) e quelli bastoni o senza grazie (sans serif)

Le grazie sono quei segni che terminano le aste di alcuni caratteri e sono un retaggio delle antiche scritture lapidarie (che nascevano dalla difficoltà degli scalpellini dell’antica Roma di incidere le lettere nella pietra con terminazioni delle lettere ad angolo retto). Comunemente sono ritenuti più semplici da leggere e, per questo motivo, quasi tutti i quotidiani, i libri e, più in generale, i documenti contenenti testo in corpo molto piccolo, sono composti con caratteri graziati.

Ciò potrebbe dipendere dal fatto che le grazie aiutano il nostro cervello a marcare più distintamente la fine delle lettere e a distinguerle le une dalle altre, consentendogli di fluire velocemente nella lettura.

Lo stesso testo, scritto con caratteri diversi, può occupare un ingombro molto diverso, anche a parità di corpo e di interlinea.

I font sans-serif hanno comunque acquistato una buona considerazione per l’uso nel corpo del testo in Europa. Ma caratteri senza grazie sono lo standard per il testo visualizzato sullo schermo, in particolar modo per quello che riguarda gli schermi elettronici (monitor del computer e altro) dove forniscono una resa pulita e molto leggibile rispetto ai caratteri con grazie. Questo è altrettanto vero per quanto riguarda la rappresentazione in televisione.

I font sans-serif vengono talvolta, in particolar modo nei vecchi documenti, usati per dare risalto al testo, grazie al generoso spessore delle linee che conferisce alle lettere maggiore peso.

Oltre questa differenziazione principale ne possiamo elencare altre utili:

I Calligrafici, simulano la scrittura a mano libera (corsiva) spesso inclinata e con lettere che tendono ad unirsi fra loro. Sono tipici dello scritto a mano libera e quindi da usare per effetti particolari. Utili per testi “informali”, ma da utilizzare con parsimonia, in quanto molto elaborati e a volte faticosi da leggere

I caratteri “ornati“, comprendono tutti quei caratteri con particolari effetti o fregi che non possono essere catalogati nelle categorie qui sopra. Questi tipi di font sono assolutamente sconsigliati per testi lunghi, oltre a quelli elencati ne esistono molti altri come i gotici, gli egiziani, decorativi, stecil, dattilografici etc.

Il contrasto

Oltre alla presenza delle grazie, ci sono altre caratteristiche che contribuiscono a definire lo stile di un carattere. Per esempio, la quantità di contrasto.
Si definisce con la parola “contrasto” la differenza esistente tra le parti sottili e le parti spesse di uno stesso carattere. Una font ad alto contrasto è più leggibile se si scrive in grande, mentre un carattere a basso contrasto si presta ad essere letto anche a corpi piccoli.

Le dimensioni dell’occhio

Le dimensioni, in altezza e in larghezza, dell’occhio è uno degli aspetti che caratterizza maggiormente una font.
Da questo elemento, che può variare enormemente a parità di corpo, dipende in gran parte la leggibilità di un carattere.

La famiglia di caratteri

Tutti gli stili di un carattere compongono una famiglia. Queste variazioni sono però basate su un unico design, e possono essere usate insieme armoniosamente, consentendo una varietà di impieghi nell’ambito dello stesso progetto.
Gli stili di uno stesso carattere variano in base al peso (bold, normal, light, extralight) e all’inclinazione dell’asse (roman, italic).
Fu Claude Garamond che si iniziò a produrre le due versioni di uno stesso carattere.
Il peso è o spessore dei tratti che lo compongono indipendentemente dalla sua dimensione.
Le famiglie di caratteri possono contenere al loro interno anche la variante graziata e senza grazie di una stessa font. Ogni famiglia ha un nome specifico.

Monospaced

Un’altra suddivisione che può essere utile conoscere è quella che riguarda la spaziatura fra i caratteri; esistono infatti caratteri, detti monospaced, in cui tutte le lettere hanno la stessa larghezza (ovvero sia lettere strette come la i che lettere larghe come la o occupano lo stesso spazio), mentre in tutti gli altri la larghezza dipende dalla forma della lettera stessa.

E’ chiaro quindi che attraverso variabili come tipologia di carattere, corpo dl testo, impaginazione possiamo dare una differente connotazione al nostro messaggio. Così l’identità del testo dipenderà dalla scelta del carattere.

Mentre per un testo lungo è fondamentale la leggibilità, e quindi saranno preferiti caratteri non appariscenti che esprimano il loro meglio a grandezze ridotte, per una rivista oltre alla leggibilità sono importanti l’impatto e la focalizzazione su alcuni messaggi o parole in particolare,
quest’ultima caratteristica è fondamentale e irrinunciabile per pubblicità, poster, locandine etc.

In conclusione dopo aver seguito le regole di base che faranno si che il vostro lavoro grafico abbia le caratteristiche richieste, l’ultimo ingrediente che servirà per ottenere un lavoro originale e accattivante sarà la vostra fantasia.